FAMIGLIA REALE PORTOGHESE - LINEA COSTITUZIONALE E LEGITTIMA.

lunedì 22 febbraio 2010

ROSARIO POIDIMANI LEGITTIMO SUCCESSORE AL TRONO DEL PORTOGALLO.




La Successione nella Real Casa di Sassonia Coburgo Bragança ed al Trono del Portogallo .

Nel 1932 muore a Londra, senza figli, S.M. il re Dom Manuel II. Al Sovrano sopravvive solo la sorellastra Donna Maria Pia di Sassonia Coburgo e Bragança. Che la predetta fosse figlia (ancorché illegittima) del defunto Re Dom Carlos I, padre dell’ultimo Re Dom Manuel II morto senza eredi, costituisce dato incontrovertibile in ogni sede e con autorità di giudicato nei confronti dello stesso ramo miguelista, il cui capo Duarte Nuno di Braganza aveva incardinato innanzi al Sommo Pontefice un giudizio per fare cancellare dal certificato di battesimo della predetta l’indicazione di figlia del Re Dom Carlos II, in quanto ciò risulta ormai asseverato con sentenza della Sacra Romana Rota del 30 ottobre 1982. Non può sottacersi come il Supremo Tribunale del Sommo Pontefice in quella sede, nel dichiarare il difetto di legittimazione attiva del ricorrente (a seguito del fatto che questi non chiedeva di essere riconosciuto come legittimo pretendente al trono del Portogallo - circostanza che lo avrebbe posto in attrito con le autorità portoghesi - ma semplicemente che fosse disconosciuta la qualità, in capo a donna Maria Pia, di figlia del defunto Re Dom Carlos) abbia per ciò stesso ritenuto la propria competenza a decidere, competenza che si individuava, ai sensi dell’allora vigente canone 1557, para 1, I, in relazione alla circostanza che la persona su cui decidere fosse figlia di un soggetto che deteneva il supremo governo dei popoli o che, sempre la persona sulla quale occorreva pronunciare, avesse diritto di succedere nel principato entro brevissimo tempo, confermano, poi, conclusivamente, la validità e gli effetti del certificato di battesimo e di quanto in esso asseverato.

Si può a questo punto pervenire ad incontrovertibile conclusione, fondata sul giudicato della Sacra Romana Rota: Donna Maria Pia di Bragança era figlia del Re Dom Carlos I di Portogallo.

Secondo il principio della “immediata successione”, tipico del diritto nobiliare, la sorellastra del defunto Sovrano diviene, ex jure, Duchessa di Bragança.

E’ ininfluente la nascita adulterina della principessa Maria Pia per vari ordini di ragione.

Inanzitutto perché va considerato il fatto che la stessa Real Casa di Bragança ha origine nel 1640 quando Giovanni II, duca di Bragança (motivo per il quale ai Capi della Casa Reale del Portogallo spetta il titolo di duca di Bragança), discendente da un figlio illegittimo (ed ecco provata l’irrilevanza della bastardigia ai fini della successione nella Casa di Bragança), di Giovanni I, re di Portogallo, diviene Re assumendo il nome di Giovanni IV di Portogallo: peraltro lo stesso Giovanni I, decimo re del Portogallo, era figlio illegittimo del re Pedro I di Portogallo (regolarmente sposato con Constança Manuel, principessa di Vilhena - Spagna) e di una signora della Galizia di nome Teresa Lourenço. A ciò di aggiunga che Alfonso I, figlio illegittimo del re Giovanni I e di Inés Perez Esteves, fu duca di Bragança dal 1442 fino alla morte avvenuta nel 1461. Si sposò due volte e dalla prima moglie, Beatrice Pereira de Alvim, ebbe come secondo figlio Ferdinando I di Bragança, che diventò secondo Duca di Bragança (1403 - 1478).

Poi va considerato il documento reale di S.M. dom Carlos il quale, richiedendo la imposizione delle acque battesimali, indica il nome designato per la figlia e, per di più, statuisce che, attraverso la imposizione sacramentale del nome – ed infatti si parla del sacramento del battesimo – la bambina possa da allora in avanti, godere in uno con il nome ‘...godere d’ora in avanti di questo nome...’ di tutti gli onori, prerogative, preminenze, obblighi e vantaggi degli Infanti della Casa di Bragança di Portogallo.

Chiara quindi l’intenzione del Re che, attraverso il di lui nome ‘ poder chamar-se com o meu nome..’ la figlia Maria Pia venga in tutto e per tutto equiparata ai figli legittimi. Non va dimenticato che di norma i figli naturali di sovrani, venivano esclusivamente gratificati di titoli nobiliari riconducibili alla corona senza per altro che assumessero anche il nome del genitore.

Nel caso invece della principessa Maria Pia essa diviene Infanta di Portogallo e principessa reale al nascere, automaticamente entrando in linea di successione.

Il Re dom Carlos era ben consapevole di quanto andava a firmare. Prova ne è che, al fine di evitare problemi di natura politica e dinastica (non dimentichiamo che il Re aveva due figli maschi viventi), invia la propria figlia Maria Pia a Madrid, per ivi ricevere il battesimo.

L’art. 85 della costituzione sancisce la inviolabilità e la sacralità della persona del re e la non assoggettabilità assoluta alle leggi.

E’ chiaro che la costituzione monarchica portoghese assorbe e fa proprio il principio del ‘superiorem non recognoscens’ in capo al sovrano confermando quanto espresso anche dal cardinale Giovan Battista De Luca (1614-1683) che definisce ‘suprema’ la potestà del re che nasce dal principio assoluto e sovrano e che non può riconoscere altra potestà se non proveniente da Dio. E’ altrettanto chiaro che, al di fuori delle norme che disciplinano l’esercizio e le funzioni dello Stato, il re agisce tanto come Capo della Casa Reale che come Capo della Nazione.

L’articolo 96 della stessa costituzione, regola la successione alla Corona la quale deve seguire l’ordine regolare della primogenitura tra i ‘legittimi’ discendenti della ‘..regina attuale..’ (Maria II).

Non vi è dubbio che il Re dom Carlos sia un legittimo discendente della regina Maria II e che la principessa Maria Pia sia stata, per volontà del Re, in modo espresso e non tacito, legittimata mediante il riconoscimento e la concessione delle prerogative regie.

D’altronde, se lo stesso Tribunale non avesse riconosciuto in Donna Maria Pia il diritto a succedere nel principato avrebbe dovuto dichiarare la propria incompetenza in favore dei tribunale ecclesiastici ordinari, atteso che nel 1982 non poteva, la stessa, più farsi rientrare nell’altra categoria delle figlie di coloro che hanno (il Re padre era morto da tempo) il supremo governo dei popoli.

A tutto ciò si aggiunga che nella Casa di Bragança e nella successione al trono del Portogallo la bastardigia non è mai stata considerata dirimente, come già sopra evidenziato, e deve, quindi ritenersi che la Costituzione del 1838 non abbia inteso porsi in contrasto con tale regola dinastica familiare: l’espressione “discendenti legittimi” (non viene usato il termine “figli”) va letta, pertanto, in armonia con tale regola e non va intesa come figli legittimi in quanto nati all’interno del matrimonio ma, in termini più generali, come discendenti aventi un legittimo titolo di successione sulla base delle regole di famiglia della Casa Reale: la differenza non è di poco conto.

La Principessa Donna Maria Pia, in quanto figlia, pure legittimata per volontà sovrana, al momento della morte del fratellastro è divenuta Duchessa di Bragança e Capo della Casa Reale del Portogallo.

Prerogative del sovrano non più regnante

A questo punto resta da indagare quali siano i poteri di un sovrano non più regnante e, in particolare, se possa egli stesso modificare le regole della successione.

Il diritto internazionale è concorde nel ritenere che un Sovrano mantiene il proprio diritto di sovranità, anche nel caso in cui fossero impediti nell’esercizio dello stesso e lo mantengono, di generazione in generazione fino a che non intervenga uno degli atti che manifesti una rinuncia o che vengano modificati i precedenti rapporti.

Thomas Hobbes, ideatore del giusnaturalismo, afferma che, quand’anche il sovrano perdesse il territorio, non perde i diritti sovrani. Li conserva ‘in pectore et in potentia’ mantenendo il reale esercizio in sospeso, restandone però la pretesa, da cui trae origine il termine ‘pretendente’.

Tali poteri sono lo Jus Majestatis e lo Jus honorum che prevede il diritto a concedere onori, titoli e dignità cavalleresche. A puro titolo incidentale, va fatto presente che tali principi sono stati recepiti concordemente dalla giurisprudenza italiana, diventando di fatto dottrina. E altro non poteva essere.

Tutte le prerogative sopra richiamate sono applicabili alla principessa Maria Pia.

La XXI duchessa di Bragança ha inteso esercitarle anche nel momento in cui ha ritenuto di abdicare in favore di SAR Dom Rosario, attuale XXII Duca di Bragança e Capo Legittimo e Costituzionale della Real casa di Portogallo.

In particolare, la principessa, avendo avuto a mente quanto disposto dalla costituzione monarchica più volte citata, ed in particolare all’art. 97 che prevede le modalità successorie alla corona, ha provveduto a modificarle così come ha fatto con l’art. 100 che stabiliva come nessuno straniero potesse succedere alla corona di Portogallo.

La domanda che ci si può porre è se la principessa Maria Pia potesse spingere i propri poteri fino alla modifica della costituzione monarchica.

L’art. 81 della costituzione monarchica prevedeva che spettasse al Re, tra l’altro, sanzionare e promulgare le leggi.

Il potere di sanzione, come è noto, comporta un’effettiva e sostanziale partecipazione all’esercizio del potere legislativo. Ciò significa che in assenza delle Cortes (paragonabili all’attuale Parlamento) unico titolare del potere legislativo resta il Re.

Se il Sovrano non viene debellato, se cioè mantiene per sé le prerogative règie, lo stesso sarà chiamato a rifarsi il più possibile a quanto previsto nella costituzione di riferimento, avendo per altro presente che ‘ad impossibilia nemo tenetur’.

Non esistendo più le Corti, il pretendente dovrà agire come se le Cortes fossero ancora in funzione, pur mancando un Governo monarchico in esilio che di per sé legittimerebbe la presenza e funzionalità degli organi legislativi.

Usando quindi del potere immediato ed ordinario che deriva dall’essere il Capo di nome e d’Arme della sua Casa, ed avendo la materia come oggetto la successione alla sua Casa, identificando i soggetti complementari della propria decisione, quali avrebbero potuto essere le Cortes, nel corpo della nobiltà e dei Fidalgos Cavaleiros, ha di fatto abrogato l’art. 100 e modificato l’art. 97 della stessa costituzione in modo da permettere una successione alla Corona secondo quanto la stessa duchessa ha ritenuto meglio accettabile nell’interesse della Real Casa e della causa di legalità da proseguire nel tempo.